Mammifero Bipede
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Come molti già sapranno, mi sono finalmente deciso a raccogliere materiale pubblicato online nell'arco di oltre un decennio, riorganizzandolo per una miglior fruibilità.
Ne è uscito un libro, che ho pubblicato tramite il programma Kindle Direct Publishing di Amazon. In pratica senza passare per un editore. Questo comporta che il volume sia acquistabile solo online, cartaceo o in formato e-book, o al limite nel corso delle presentazioni che prevedo di organizzare nelle prossime settimane.
Di seguito allego il testo della prefazione, per un'anteprima più corposa rimando al sito di Amazon
Prefazione
Il volume che vi apprestate a leggere raccoglie una serie di post pubblicati nell’arco di diversi anni sul mio blog personale, Mammifero Bipede, e su altri spazi che hanno nel tempo ospitato i miei scritti (Bikeitalia.it e CrisisWhatCrisis.it). Ogni post è stato inizialmente concepito per essere fruito autonomamente; accorpandone molti in un unico volume risulta inevitabile la ripetizione di concetti ed idee.
Gli articoli non sono presentati in ordine cronologico, ma riorganizzati per offrire una linea di ragionamento coerente.
Nella prima parte si descrive la situazione attuale, nella seconda i possibili interventi, nella terza si racconta un punto di vista radicalmente diverso ed alternativo alla mobilità motorizzata, quello di chi si sposta in bicicletta. L’insieme dei post disegna una visione molto critica degli spazi urbani e del loro attuale utilizzo. Il quadro che tutti questi tasselli compongono risulta molto lontano dalla narrazione corrente, figlia di un’idea ottocentesca di progresso che sta mettendo in ginocchio la biosfera e causando devastazioni su scala planetaria, che solo il tempo dirà se reversibili o meno.
Seguire il filo dei ragionamenti obbligherà a rivedere con sguardo analitico sia il processo di sviluppo della presenza umana sul pianeta, sia la sua organizzazione negli agglomerati che chiamiamo città.
Le città hanno mutato profondamente la propria forma nel corso degli ultimi decenni, in seguito alla diffusione massiccia di un veicolo di mobilità individuale: l’automobile.
L’avvento dell’automobile ha prodotto lo stravolgimento dell’utilizzo degli spazi pubblici e delle sedi viarie, via via estromettendo tutti gli altri utenti e pregiudicando le funzioni basilari che strade e piazze hanno svolto per secoli. Peggio ancora: le urbanizzazioni più recenti sono state modellate sulla base di un utilizzo estensivo dell’automobile, cosa che ha di fatto prodotto quartieri dormitorio privi di spazi realmente funzionali per lo svago e la socialità. L’orizzonte temporale questo mondo, sognato a misura di automobile, pare restringersi ormai a soli pochi decenni.
C’è infatti un punto chiave che l’opinione pubblica stenta a comprendere, o dal quale è totalmente sorda (di una sordità selettiva): quando gli ambientalisti parlano di ‘modello non sostenibile’ il senso pieno della frase non viene colto. ‘Non sostenibile’ significa semplicemente che l’attuale organizzazione politica, economica e sociale non è perpetuabile all’infinito: finirà. Presto o tardi, lentamente o bruscamente, ma finirà. Le riserve mondiali di carburanti fossili mostrano ormai da tempo segnali di declino; una forma di ricchezza disponibile in tale abbondanza, e su un arco di tempo di generazioni, che la maggior parte dei contemporanei non è in grado di immaginare se ne possa fare a meno. Di fronte a questa prospettiva l’opinione pubblica, come il proverbiale struzzo, ficca la testa sotto la sabbia e sceglie di non pensare. Nessuno vuole rinunciare a vantaggi immediati per contenere i danni presenti e futuri. Questo libro indaga parte dei meccanismi che muovono le società moderne e che hanno prodotto le città attuali: congestionate, inquinate e pressoché prive di spazi destinati alla vita ed alla socialità. Città destinate, nell’arco delle nostre vite, a dover rivedere molte delle proprie funzioni e modalità di organizzazione, man mano che la disponibilità di energia e materie prime verrà a ridursi, eventualità che il mondo scientifico da tempo sta cercando di farci presente (...)
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